Cosa
Scopo del modulo Scienze è quello di analizzare le interconnessioni tra la riproduzione biologica e sociale della specie Sapiens, la materia – vivente e non – e le innovazioni scientifiche nel contesto del tardo-capitalismo, tenendo traccia dei mutamenti occorsi nella storia del pensiero. Le lezioni offriranno una panoramica critico-filosofica delle frontiere aperte dalle scienze della vita in ambito medico-normativo, culturale, sociale ed economico, per giungere all’affermazione di nuove ontologie e politiche eco/cyborg/transfemministe.
La narrazione delle scienze dure positiviste e delle supposte verità oggettive ha generato saperi disciplinanti e normalizzanti, speculato sui corpi incarnati, sulla materia delle soggettività parziali e della terra. Consapevoli che le scienze si costituiscono come saperi processuali frutto di sforzi comuni e collettivi e non omeostatici e universalizzanti, le femministe hanno da sempre intessuto saperi e modi di fare scienza alternativi sempre parziali e posizionati. Partendo da queste premesse il modulo ha l’obbiettivo di spostare la rotta dai saperi androcentrici ai tracciati irriverenti, eterodossi e inattesi di eco/cyborg e transfemminismi.
Le relazioni tra corpi, ecosistemi e tecnologie è al centro delle evoluzioni che caratterizzano le scienze umane e le scienze naturali: il binomio “neoliberismo – nuove tecnologie della vita e dell’informazione” ha effetti che si sostanziano in differenti posizionamenti e metamorfosi delle relazioni sociali, delle soggettività, del Pianeta. I concetti di umano, scienza e riproduzione verranno pertanto scandagliati e posti sotto una lente critica, dove la materialità incarnata dei corpi situati e delle soggettività marginalizzate incontrano l’orizzonte ecologico politico ed ecofemminista.
Le prime lezioni avranno lo scopo di fornire uno strumentario filosofico politico ed epistemologico: una cassetta degli attrezzi dalla quale partire per tracciare cartografie informate sui nessi che tengono assieme scienze, saperi situati, potere e corpi. Verranno introdotti i concetti chiave del poststrutturalismo francese e delle epistemologie femministe. Gli orizzonti poststrutturalisti (M. Foucault, G. Deleuze e F. Guattari) ci aiuteranno a dismettere le tradizionali lenti dualiste e antropocentriche che hanno egemonizzato il discorso filosofico moderno occidentale, fornendoci delle vie d’uscita in grado di concettualizzare le zone intermedie tra l’umano, il naturale e il macchinico. Le lezioni foucaultiane su biopotere e dispositivi governamentali rappresenteranno il punto di partenza per esplorare l’articolazione reciproca della razionalità scientifica occidentale e del capitalismo avanzato (N. Rose, M. Turrini, S. Rajan, M. Cooper). Le epistemologie e le filosofie femministe della scienza (S. Harding, D. Haraway) ci aiuteranno a superare le tradizionali dicotomie oppositive “natura vs cultura” e “umano vs non-umano” riscrivendo l’oggettività positivista alla luce dei saperi situati.
La seconda parte del modulo si concentrerà sui nessi che catturano sessi e specie seconde nei flussi schizofrenici del capitalismo avanzato, tra medicina rigenerativa e riproduttiva ed esclusione onto-etico-espistemologica delle alterità. Viviamo infatti l’epoca della realtà accelerata e siamo tutte/i già dei tecno-corpi, sesta estinzione di massa e cambiamento climatico stanno a tal punto cambiando la vita sulla Terra da aver spinto alcun* a parlare di Antropocene, altr* di Capitalocene. Il concetto di Antropocene verrà riletto alla luce della griglia teorica femminista della riproduzione sociale, che si apre alle agency della vita in sé e del non umano. Partiremo dalla domanda: «Chi è l’anthropos dell’Antropocene?». Le “forze della riproduzione” per la rigenerazione del pianeta approderanno quindi sulle sponde del postumanesimo neomaterialista e compostista dei transfemminismi contemporanei (Haraway, Alaimo, Barca, Frost, Cole, Bennett). Un approccio ecologico/figurativo permetterà a figurazioni material-semiotiche come l’Eva Virale, le diatomee e la Physalia physalis di delineare un sentiero alternativo per le ecologie politiche del presente nella direzione di un ecofemminismo in cui il non-umano non soccomba in nome della riproduzione e della rigenerazione dell’Uomo. Le riflessioni si muoveranno verso il riconoscimento di quei complessi grovigli che si fanno nella materializzazione semio-materiale del pianeta, in cui individuale e collettivo, sociale e ambientale emergono in entanglement naturalculturali (Barad, Povinelli, Tsing, Colebrook, Kirby).
La terza parte del modulo vedrà l’incrociarsi dei saperi e dell’esperire corporei sia durante un workshop in presenza sulla body politics che durante lo scambio laboratoriale di lettura e restituzione di testi chiave del modulo. Verrà inoltre presentata la prospettiva storica, politica e teorico-incarnata degli studi transfemministi nella loro componente metodologica e politica imprescindibile oggi per la comprensione di vie di fuga. Il modulo si concluderà con l’incontro laboratoriale in un momento collettivo di scambio e restituzione in cui il Do It Together femminista incrocerà la portata dei saperi irriverenti del fare parentele delle epistemologie compostiste.
È possibile seguire le lezioni anche effettuando l’iscrizione al singolo modulo o iscrivendosi come uditrice.
Mappa didattica – i temi in discussione e le docenti invitate (in aggiornamento). Per un’idea dei contenuti vedi anche le edizioni precedenti all’interno della sezione Archivi
7 ottobre
Introduzione materialista per contesti bio/info-mediati (Angela Balzano, Ilaria Santoemma)
Che cos’è la scienza? Cos’è l’epistemologia critica? A partire da Deleuze e Guattari per tornare a Spinoza. Alla ricerca di filosofie che superino la dialettica “natura-cultura”. Dalla dichiarazione spinozista “la prima idea della mente è il corpo” alle epistemologie femministe, passando per la standpoint methodology di Sandra Harding e il cyborgfemminismo di Haraway.
La produzione di saperi di potere, corpi mostruosi e desideri anormali: la normalizzazione delle persone non eteronormate e la doppia ingiunzione medico-giudiziaria. (Balzano).
Il controllo di sessualità e riproduzione tra anatomo-politica e biopolitica. Verso la governamentalità e l’ideologia neoliberale. C’è una vita oltre il governo dei viventi? Strumentario Foucault dalla Storia della sessualità al dispositivo della governamentalità per leggere le epistemologie femministe. (Santoemma)
14 ottobre
Eva virale, parentele postumane e agency multispecie (Angela Balzano, Ilaria Santoemma)
Per fare parentele postumane è cruciale adottare una postura ingarbugliata, situarsi al crocevia tra eco-cyborg e transfemminismo: solo così è possibile capire che le persone umane stesse sono fattrici di parentele quanto ne sono compost(e). Partiremo dalla vita che ancora chiamiamo umana, da noi e il nostro corpo, per capire come la sua incubazione sia un incubo postumano per tutti coloro che rimangono infangati nell’antropocentrismo. Ci muoveremo tra placente, dna, trasferimenti genici transpecie ed eredità infettive, nel tentativo di comporre insieme un’altra narrazione: non “la verità” della biologia occidentale e androcentrica né la sua messa a valore nei circuiti globali del biocapitale, ma la parzialità di una filosofia femminista e materialista che può “pensare la vita” solo radicandosi nei corpi più minuti e periferici per dimostrare che la “civiltà del sapiens” si erige su un mondo costruito da batteri e virus e che la sua ragione si è sviluppata sull’esclusione dell’intuizione e della passione di tropp* altr*. (Balzano)
La realtà simpoietica degli assemblaggi materiali-semiotici viene descritta da Donna Haraway e altre autrici e modeste testimoni femministe in quel kin-making di terrestri e soggettività dissonanti. Questa prospettiva ci permette di operare una rivoluzione di sguardo verso un cambiamento epistemologico-politico: con essa è possibile risignificare tanto il fare scienza che l’ontologia materialista, fino alla prospettiva politica. La Physalia physalis, creatura marina di assemblaggi simpoietici, ci verrà in aiuto per sondare la caratteristica agentiva del fare-con, o del fare insieme dal disordine. La Physalia ci guida nel valutare un aspetto della materialità piuttosto fondamentale, ma spesso trascurato anche nei resoconti femministi più raffinati: quello dell’agentività multispecie. (Santoemma)
21 ottobre
Forze di Riproduzione. L’Antropocene tra geo-supremazia e cura del vivente (Stefania Barca, Elisa Bosisio, Ilaria Santoemma).
Il tema della riproduzione è un file rouge che ha attraversato i movimenti e le teorie femministe da prospettive polifoniche. Nel contesto dello sviluppo massiccio della griglia teorica dell’Antropocene questo elemento è spesso reso marginale, a favore di una più immediata centralità della forza antropica dell’umano. Attraverso la prospettiva ecologico politica e femminista è possibile sviluppare una narrazione contro-egemonica basata sulla prospettiva del lavoro di cura della terra e delle “forze della riproduzione” (Barca). Occorre dunque riportare in primo piano l’agency storica delle lavoratrici della riproduzione sociale, a partire dal lavoro domestico e di cura come base invisibilizzata dell’accumulazione di capitale, fino alla sussistenza di pratiche quotidiane e azioni politiche organizzate che si prendono cura delle condizioni biofisiche per la riproduzione umana, mantenendo così in vita il mondo. (Bosisio) Solo questo passaggio potrà traghettarci verso una realizzazione dell’ampio respiro che la tematica della riproduzione sociale come prezioso strumentario femminista può determinare. Passando attraverso il biolavoro e l’estrazione coatta di valore dalla vita in sé è possibile intessere le teorie di uno zoevalore e di uno zoepotere. Il neomaterialismo femminista e postumanista ci indica infatti il sentiero di una materia incarnata, viva, aggrovigliata; al contempo agency e realtà della riproduzione in un senso ecologico. (Santoemma)
28 ottobre
Dall’autodeterminazione alla giustizia (non)riproduttiva: aborto e salute (Eleonora Mizzoni, Erica de Vita, Federica di Martino, Valentina Greco)
Discorsi e lotte per il pieno accesso alla contraccezione e per l’aborto libero e gratuito ci portano a comprendere come sia più che mai urgente oggi impegnarsi per il pieno raggiungimento della giustizia riproduttiva. I diritti riproduttivi e l’autodeterminazione sono al centro delle riflessioni e delle lotte politiche dei femminismi di ieri e sono rivendicazione cruciale dell’agenda politica trasnfemminismi di oggi.
Perché ancora oggi in occidente il desiderio non-riproduttivo è interdetto? Cosa c’è alla base dell’intreccio fra azione/coercizione dei governi in merito ai diritti riproduttivi, movimenti pro-life e narrazione mediatica? In questa giornata dedicata alla giustizia riproduttiva e non, all’autocoscienza, e all’autodeterminazione, il corso prevede una lezione/confronto a più voci. Una costellazione di forme di resistenza per la salute e la scelta riproduttiva prenderà la forma del confronto su temi più che mai urgenti. Angela Balzano si soffermerà sulla legislazione italiana e l’ingiunzione riproduttiva, tracciando sentieri di resistenza per parentele postumane. Erica de Vita, medica, offrirà una panoramica sulla salute riproduttiva e sulla complessità dell’accesso all’aborto farmacologico in USA. Eleonora Mizzoni, di Obiezione Respinta e Women on Web, illustrerà il lavoro cruciale di esperienze femministe per percorsi di autodeterminazione, di rete e mutuo aiuto per denunciare e mappare l’obiezione di coscienza sul territorio italiano, fino alla telemedicina. Federica di Martino presenterà l’esperienza del lavoro di IVGestobenissimo, progetto dedicato alla difesa del diritto di aborto e alla narrazione violenta dei media in merito alle scelte riproduttive.
4 novembre
Laboratoria: Making kin con conchiglie, pinguine e staminali
Pensate che programmeremo corpi, umani e non, in grado di sopravvivere al riscaldamento globale? Sperate che ingegneria genetica e medicina rigenerativa ci rendano più adatti alla vita su Marte?
La medicina rigenerativa e il gene editing potranno forse rendere migliori le vite dei pochi che riusciranno ad accedervi, ma non rigenereranno gli ecosistemi di cui sono parte, perché sono scienze antropocentrate a dir poco, suprematiste a dire il vero. Ci riempirebbe di gioia pensare e agire ora le tecnologie come parti integranti di ecosistemi complessi, di sistemi simpoietici: amiamo le tecnologie pensate e agite in relazione a, non a vantaggio di. E se in questo laboratorio vi proponessimo di smettere di spostare acriticamente la speranza al futuro, di viverla come passione gioiosa e spinta creativa ad abitare diversamente il presente?
La lezione si terrà in formato laboratoriale e consisterà nel coinvolgimento della classe, attraverso letture di gruppo e momenti collettivi di scambio e restituzione. Lavoreremo insieme su estratti da Conchiglie, pinguini e staminali. Verso futuri transpecie (Balzano A., Bosisio E. Santoemma I., DeriveApprodi 2022) e Making kin. Fare parentele, non popolazioni (Clarke A., Haraway D., DeriveApprodi 2022).
11 novembre
Transfemminismi (Valentina Greco, Ludovico Virtù)
Cos’è il transfemminismo? Com’è il transfemminismo? Dov’è il transfemminismo?
Cercheremo di esplorare i significati e le esperienze del transfemminismo nelle teorie e prassi critiche contemporanee tracciando una breve storia del transfemminismo e cercando i inquadrarlo non esclusivamente come pratica politica, ma anche come possibile metodologia di ricerca e come controepistemologia, perché mette in discussione ogni teoria e metodo della conoscenza in quanto espressioni di una cultura e di un potere che confermano la linea del privilegio di classe, di razza e di sesso contrapponendo a queste la materialità e la vulnerabilità dei corpi, delle esistenze. (Greco)
Interrogando gli s/legami tra cis-normatività e sessualità attraverso una panoramica sugli studi trans e l’analisi di alcuni casi di contro-narrativa e contro-organizzazione della salute sessuale proveremo a capire cosa succede alle nostre metodologie, epistemologie e pratiche quando pensiamo in chiave trans, per comprendere l’influenza che una prospettiva teorico-metodologica così situata può avere sul nostro modo di pensare al concetto stesso di ‘organizzazione’. Ponendo il sapere incarnato e il sapere riflessivo come strumenti imprescindibili nel percorso formativo sugli studi trans, il seminario vuole essere uno spazio ibrido aperto ad una riflessione collettiva in cui teoria, corpi ed emozioni, piuttosto che escludersi a vicenda, generano insieme utopie. (Virtù)