Bio
Maria Hlavajova vive e lavora tra Amsterdam e Utrecht. È fondatrice e direttrice artistica di BAK (basis voor actuele kunst http://www.bak-utrecht.nl/en/Index) e di FORMER WEST (2008–2016), che ha contribuito a sviluppare come piattaforma internazionale di ricerca, formazione, pubblicazioni e mostre. Ha organizzato numerose mostre e progetti al BAK e fuori, tra cui la serie Future Vocabularies (2014–2016), New World Academy con l’artista Jonas Staal (2013–ongoing), Lawrence Weiner: Dicht Bij, 2010; Sanja Ivekovic: Urgent Matters (BAK e Van Abbemuseum, Eindhoven), 2009; Artur Żmijewski: The Social Studio, 2008; Kutlug Ataman: Küba/Paradise, 2007; e i progetti di ricerca internazionale The Return of Religion and Other Myths (2008), On Knowledge Production: Practices in Contemporary Art (2006), Concerning War (2005) e Who if not we should at least imagine the future of all this? 7 episodes on (ex)changing Europe (2004).
Nel 2011, ha curato il Roma Pavilion Call the Witness all’interno della 54° Biennale di Venezia e nel 2007 il progetto Citizens and Subjects per il padiglione olandese della 52° Biennale di Venezia.
Nel 2000 è co-curatrice di Manifesta 3 Borderline Syndrome: Energies of Defence a Ljubljana.
Scrive regolarmente per cataloghi, pubblicazioni e magazine internazionali.
Ha inoltre co-fondato tranzit, network che supporta lo scambio e le pratiche artistiche contemporanee tra Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia.
Insegna presso la Utrecht University e collabora con il Centre for the Humanities di Utrecht diretto da Rosi Braidotti.