Cosa
Il modulo ha i seguenti obiettivi:
1) fornire un inquadramento teorico essenziale delle principali tradizioni di ricerca nell’ambito di gender e media, dei temi e oggetti di studio più rappresentativi, sottolineando le relazioni tra tali tradizioni e il pensiero, la critica e le pratiche politiche (trans)femministe;
2) promuovere la comprensione e l’analisi del rapporto tra identità di genere e rappresentazioni/consumi mediali e del ruolo dei media nel rafforzare disuguaglianze e discriminazioni basate sul genere;
3) andare oltre una critica dell’esistente, elaborando, attraverso il contributo di studiose/i e professioniste/i del settore, sguardi e altri e strumenti alternativi, che consentano agli studenti di produrre narrazioni/rappresentazioni non stereotipate ed efficaci in rapporto a forme mediali diverse.
In tutti i casi, il principale oggetto di studio del modulo è la cultura mediale popolare, e la maggioranza dei casi empirici analizzati proviene dai media mainstream. I tre obiettivi sono comuni all’intero ciclo delle lezioni, benché ciascuno degli appuntamenti insista su uno o due di essi in particolare.
Quanto al primo obiettivo, nella prima lezione Elisa Giomi introdurrà i tratti essenziali della critica televisiva e mediale femminista di stampo culturalista e della critica cinematografica femminista, che saranno approfondite nel corso delle lezioni successive. Evidenzieremo la diversità di approcci teorici e metodologici che hanno segnato le due tradizioni, ma anche la diversità di sguardi e sensibilità nei confronti della cultura popolare e in particolare dei prodotti mediali rivolti a audience femminili. Mostreremo come tanto la critica televisiva quanto la critica cinematografica femminista (che esordiscono negli anni ’70), siano perlomeno inizialmente incentrate sul solo soggetto femminile e rilevino di una concezione ancora binaria del genere. Nel corso del decennio successivo la loro impostazione si arricchirà di sguardi crescentemente attenti a variabili come appartenenza etnica, classe, orientamento sessuale, età. Contribuirà a questo risultato anche lo sviluppo della Queer Theory e la sua applicazione allo studio dei media e della pop culture.
Proprio questo è il tema della Lectio Magistralis che sarà tenuta dal prof. Diego Semerene Costa (Oxford Brookes University, School of Arts), che illustrerà i tratti essenziali della Queer Theory e i principali contributi che l’hanno utilizzata per leggere testi e audience mediali. La critica cinematografica femminista sarà l’apparato teorico e concettuale utilizzato da Veronica Pravadelli (Università Roma Tre) e Ilaria De Pascalis (Università Roma Tre) nella seconda lezione. L’apporto della critica televisiva culturalista e della queer theory verrà ulteriormente analizzato nella terza lezione, a cura di Elisa Giomi (Università Roma Tre).
Il secondo obiettivo parte dal riconoscimento che i materiali simbolici forniti dai media (immagini, storie, valori, icone, ecc..) e le forme di interazione sociale che si sviluppano entro gli ambienti mediali (social network per primi) contengano precisi e rigidi modelli di femminilità, maschilità, orientamento sessuale. TV, web, cinema, giornali, pubblicità e video musicali offrono risorse nel processo attraverso cui tutte e tutti sviluppiamo la nostra identità di genere, imparando a vestirci, comportarci, e pensare noi stesse/i da uomini o donne, a relazionarci con persone del nostro e dell’altro sesso, oppure a fare tutto ciò in forme che scardinano il sistema binario del genere. Evidenzieremo come le rappresentazioni offerte dai media veicolino spesso un preciso “dover essere”, basato su precetti essenzialisti e eteronormativi, che aumentano la loro forza prescrittiva nel momento in cui si combinano ad altre variabili e potenziali fattori di discriminazione (come provenienza geografica, età, classe, abilità fisica). Sono dunque finalità comuni alle prime tre lezioni la decostruzione dei modelli di ruolo di genere e di relazione fra generi proposti dai media. Se l’intervento di Pravadelli avrà per oggetto, in particolare, le politiche identitarie e/nel cinema, quelli di De Pascalis e Giomi guarderanno a recenti esempi di serialità televisiva: personaggi e narrative saranno “messi alla prova” di una lettura intersezionale (De Pascalis), evidenziando in particolare gli usi retorici della rappresentazione di sessualità e orientamenti sessuali non eteronormativi (Giomi).
Infine, il terzo obiettivo, di carattere maggiormente pratico, consiste nel superare la critica dell’esistente ed elaborare, attraverso il contributo di professioniste del settore, narrazioni/rappresentazioni non stereotipate ed efficaci in rapporto a forme mediali diverse. Questo sarà il tema della quarta e ultima lezione ma anche dell’esercitazione finale prevista per questo modulo. Ai fini della lezione, il tema prescelto, attorno al quale “disfare” e “rifare” le narrazioni mediali, è quello della violenza di genere, che costituisce ideale punto di convergenza di molti dei nodi teorici affrontati nelle lezioni precedenti, nonché terreno di elezione per applicare gli strumenti e le categorie analitiche fornite. Il racconto della violenza (sessuale, fisica, psicologica, economica, ecc.) contro le donne e contro persone GLBTQIA, essendo agita in nome di logiche e “principi” propri di un ordine eteropatriarcale, poggia su un preciso immaginario di genere, che al contempo riproduce.
La rappresentazione mediale di vittime/sopravvissut* e aggressori spesso (e altrettanto spesso in intenzionalmente o inconsapevolmente) può contribuire a sedimentare modelli “tossici” di genere e di relazioni tra i generi. Rappresentazioni tossiche di questo tipo sono rinvenibili in forme e contenuti mediali diversi – dalla pubblicità al cinema, passando per i social media – e nella seconda parte della terza lezione Francesca Lopez offrirà una paradigmatica dimostrazione di tali rappresentazioni attraverso il caso di studio della serialità televisiva.
Nella lezione successiva, la quarta e ultima, la nostra attenzione si sposterà sul comparto del giornalismo mainstream, grazie al contributo di Elisabetta Stefanelli (caporedattrice Ansa Cultura) e Barbara Bonomi Romagnoli (freelance). Illustreremo alcune mistificazioni/misrappresentazioni comuni nel racconto giornalistico della violenza, e indicheremo quali siano invece le buone pratiche. Le une e le altre verranno contestualizzate alla luce delle peculiari caratteristiche di genere e formato, dei vincoli produttivi e di mercato, delle routine professionali che caratterizzano i settori mediali in esame (vincoli che dovranno essere tenuti in considerazione anche nella simulazione richiesta ai fini dell’esercitazione finale).
Mappa didattica – l’elenco delle docenti invitate e i temi in discussione. Il calendario definitivo sarà pubblicato alla chiusura delle iscrizioni. Vedi anche il Modulo dell’edizione precedente
Lezione 1 – 27 settembre
Introduzione al modulo e Lectio Magistralis
Elisa Giomi (Università Roma Tre) – Le principali tradizioni di ricerca nello studio di gender e/nei media
Diego Semerene Costa (Oxford Brookes University) – Lectio Magistralis: Queer Theory and the Media: an Introduction
Lezione 2 – 4 ottobre
Genere e audiovisivo: politiche identitarie e intersezionalità
Veronica Pravadelli (Università Roma Tre) – Il cinema indipendente delle donne e le politiche identitarie
Ilaria Antonella De Pascalis (Università Roma Tre) – Intersezionalità e serialità televisiva: “Orphan Black” e altri prodotti di successo
Lezione 3 – 11 ottobre
Violenza delle donne, violenza contro le donne nella serialità televisiva
Elisa Giomi (Università Roma Tre) – Costruzione della “devianza” e della norma eterosessuale nelle serie TV crime
Francesca Lopez (Università Roma Tre) – Tra feticizzazione e “carnografia”: la violenza contro le donne nelle serie TV crime
Lezione 4 – 18 ottobre
La violenza di genere nel racconto giornalistico mainstream: immaginari tossici e contro-narrazioni tra stampa e TV
Elisabetta Stefanelli (caporedattrice Ansa Cultura)
Barbara Bonomi Romagnoli (Giornalista freelance)
Ai fini del superamento del Modulo e dell’ottenimento dei CFU relativi o dell’attestato di frequenza, per chi intende iscriversi a questo Modulo è necessario svolgere le seguenti attività:
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Dividendosi in gruppi, preparare una domanda da porre in aula al termine della Lectio Magistralis del prof. Semerene Costa (27 settembre). La lezione è in inglese ma il prof. Semerene ne fornirà il testo in anticipo, da utilizzare per preparare la domanda. E’ possibile anche preparare la domanda individualmente.
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Prova finale: è possibile scegliere una delle seguenti opzioni:
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Esercitazione di (ri)scrittura di narrative tossiche su violenza eteropatriarcale, che saranno corrette dalle giornaliste professioniste docenti dell’ultima lezione. Maggiori informazioni verranno fornite in quel contesto, in ogni caso è possibile sia riscrivere prodotti giornalistici esistenti che cimentarsi con la scrittura di un pezzo a partire da una notizia ANSA
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Tesina, della lunghezza di 4 cartelle massimo, con approfondimento di un argomento a piacere tra quelli affrontati nel corso del Modulo. Argomento e biografia minima da concordare preventivamente con le coordinatrici.
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N.B: le lezioni cui non è possibile partecipare dovranno essere oggetto di una restituzione della lunghezza di una cartella e da effettuare attraverso l’ascolto delle registrazioni della lezione