Cosa
Progettato da Elisa Giomi e coordinato da Francesca Lopez
ll modulo analizza generi e formati mediali mainstream in un’ottica di genere, fornendo un inquadramento teorico essenziale delle principali tradizioni di ricerca e sottolineando le relazioni tra tali tradizioni e il pensiero, la critica e le pratiche politiche (trans)femministe. L’attenzione verrà inoltre posta sulla dimensione professionale, e sui vincoli alla creatività tra imperativi di mercato e regolamentazione di settore. In particolare, il modulo mira a:
1) promuovere la comprensione e l’analisi del rapporto tra identità di genere e rappresentazioni/consumi mediali e del ruolo dei media nel rafforzare o contrastare disuguaglianze e discriminazioni basate sul genere. Analizzando pubblicità, serie televisive e quotidiani, evidenzieremo come le rappresentazioni offerte dai media veicolino spesso un preciso “dover essere”, basato su precetti essenzialisti e eteronormativi, che aumentano la loro forza prescrittiva nel momento in cui si combinano ad altre variabili e potenziali fattori di discriminazione (come provenienza geografica, età, classe, abilità fisica).
2) decostruire i modelli di ruolo di genere e di relazione fra generi proposti dai media, per andare oltre una critica dell’esistente, elaborando, attraverso il contributo di studiose/i e professioniste/i del settore, sguardi e altri e strumenti alternativi, che consentano alla classe di produrre narrazioni/rappresentazioni non stereotipate ed efficaci in rapporto a forme mediali diverse.
Ciascuna delle quattro lezioni prende in esame un comparto mediale diverso e può essere fruita singolarmente ma anche come snodo di un percorso che evidenzia retoriche ed estetiche trasversali e comuni a generi mediali apparentemente molto distanti.
Mappa didattica
I lezione – 25 settembre 2020
Queer-black-fabulous! I nuovi immaginari intersezionali della moda
Lectio Magistralis di Roberto Filippello, University of Edinburgh
La lectio magistralis introdurrà gli studenti alla ‘queer of color critique’, una metodologia critica che analizza la cultura contemporanea e le relazioni sociali attraverso un approccio intersezionale che mira a scardinare la posizione egemonica della classe privilegiata bianca e gay che ha orientato finora gli studi queer angloamericani. Dopo aver presentato i principali autori e contributi teorici iscrivibili in questo quadro di analisi, la ‘QOCC’ verrà impiegata per sviluppare un’analisi dei diversi linguaggi espressivi della moda contemporanea. Prendendo in esame un vasto repertorio fotografico, la lezione esplorerà gli stili e le categorie estetiche (ad esempio il camp, il kitsch e il trash) attraverso cui corpi non-binari e black vengono messi in scena nei fashion media contemporanei.
La classe sarà stimolata alla riflessione su vari quesiti: quali sviluppi storici e discorsi teorici condizionano le nuove pratiche della rappresentazione LGBTQ nella cultura visuale della moda? Qual è la relazione tra intersezionalità e neoliberismo nelle industrie culturali, le quali da una parte accelerano il processo di legittimazione sociale di soggettività dissidenti e dall’altra invece traggono profitto economico dalla loro estetizzazione?
La lezione sarà preceduta da un breve compito individuale, volto a stimolare gli e le studenti a sviluppare una lettura critica di immagini tratte da servizi editoriali e campagne pubblicitarie.
II lezione – 2 ottobre 2020
Francesca Lopez, CUNY – Deumanizzazione e Feticizzazione dei corpi in pubblicità
Uno sguardo analitico sul corpo femminile all’interno del comparto pubblicitario: come vengono concepiti i corpi delle donne? Che rapporto intercorre tra corpo reale e corpo esposto?
A partire dalle prime pubblicità ad oggi, una ricognizione storica e politica del cambiamento dell’esposizione dei corpi da parte dei media.
Chiara Centamori, Consulente di comunicazione e project manager – Come riposizionare un prodotto considerato tipicamente maschile su un target femminile? La campagna pubblicitaria e di relazioni pubbliche “Birra io t’adoro”, tra superamento degli stereotipi (tipici del settore) e costruzione di un nuovo immaginario
III lezione – 9 ottobre 2020
Sonia Melchiorre, Università della Tuscia – Femmine che armano pellicole. Analisi critica multimodale dei dialoghi tra donne nei film e nelle serie, e superamento del Bechdel-Wallace Test.
Il titolo prende spunto da un’espressione dialettale abruzzese che fa riferimento a un atteggiamento polemico aggressivo, da parte delle donne, in relazione a questioni considerate pressoché irrilevanti. Oggetto della lezione saranno le modalità di linguaggio e il contenuto delle interazioni tra personaggi femminili in film e serie TV prodotte a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento fino ad oggi in varie lingue. La lezione si propone come momento di riflessione parodica sugli stereotipi femminili “aggiornati” proposti da autori e autrici che scrivono per cinema e serie.
IV lezione – 16 ottobre 2020
Barbara Bonomi Romagnoli, giornalista – Da come raccontano la violenza a come raccontarla
Una disamina di come i media, mainstream ma non solo, rappresentano la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, quali le possibili narrazioni diverse e quali pratiche adottare per restituire il racconto corretto, anche attraverso l’uso di un linguaggio sessuato e non sessista. Un focus particolare è rivolto alla narrazione dei soggetti più marginalizzati, dai corpi trans alle/ai sexworker. La lezione prevede una parte teorica seguita da esercitazioni pratiche.
Al Modulo Comunicazione e Media, e in particolare alle lezioni 1 e 2, che consideriamo propedeutiche, è collegata la possibilità di tirocinio presso il gruppo FB “La pubblicità sessista offende tutti”. Si tratta del primo gruppo di advocacy nel settore pubblicitario mai creato in Italia. Fondato da Annamaria Arlotta, ha incluso tra le moderatrici la prof.ssa Giomi e include tuttora la dott.ssa Centamori, docente per il Modulo, accanto ad altre/i professioniste e professionisti della comunicazione e del marketing. Le attività del gruppo, attualmente arrivato a 16.000 componenti, mira a diffondere consapevolezza e capacità di lettura critica del sessismo in pubblicità, ma soprattutto a contrastare il fenomeno e ottenere un cambiamento reale attraverso il coinvolgimento di chi è direttamente responsabile (e non sempre in modo intenzionale) di comunicazione sessista e attraverso segnalazioni allo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria).
Il tirocinio, finalizzato all’inserimento delle/dei tirocinanti nel ristretto gruppo di coordinamento e moderazione, mira a formare personale capace di gestire una delle più complesse attività del gruppo, ovvero il supporto alla funzione di accettazione dei post.
Le competenze che dovranno essere acquisite dalla/dal tirocinante, sono:
– analisi delle segnalazioni di pubblicità sessiste proposte dai/dalle componenti del gruppo e verifica della loro conformità rispetto agli standard generali e alle policies del gruppo e alla definizione di sessismo condivida dallo stesso;
– per le segnalazioni accettate, tematizzazione, ovvero elaborazione di un’analisi e spiegazione, in chiave divulgativa, delle criticità dell’annuncio in questione con cui corredarne la pubblicazione nel gruppo (tale analisi può avvalersi delle tecniche e conoscenze fornite durante il Modulo Comunicazione e Media);
– primo contatto con l’azienda/agenzia responsabile dell’annuncio
– gestione del dialogo con l’azienda, gestione del post sulla pagina del gruppo (moderazione commenti, richiamo ai principi del gruppo, ecc.)