Cosa
ll modulo analizza generi e formati mediali mainstream in un’ottica di genere, fornendo un inquadramento teorico essenziale delle principali tradizioni di ricerca e sottolineando le relazioni tra tali tradizioni e il pensiero, la critica e le pratiche politiche (trans)femministe. L’attenzione verrà inoltre posta sulla dimensione professionale, e sui vincoli alla creatività tra imperativi di mercato e regolamentazione di settore. In particolare, il modulo mira a:
1) promuovere la comprensione e l’analisi del rapporto tra identità di genere e rappresentazioni/consumi mediali e del ruolo dei media nel rafforzare o contrastare disuguaglianze e discriminazioni basate sul genere. Analizzando pubblicità, serie televisive e quotidiani, evidenzieremo come le rappresentazioni offerte dai media veicolino spesso un preciso “dover essere”, basato su precetti essenzialisti e eteronormativi, che aumentano la loro forza prescrittiva nel momento in cui si combinano ad altre variabili e potenziali fattori di discriminazione (come provenienza geografica, età, classe, abilità fisica).
2) decostruire i modelli di ruolo di genere e di relazione fra generi proposti dai media, per andare oltre una critica dell’esistente, elaborando, attraverso il contributo di studiose/i e professioniste/i del settore, sguardi e altri e strumenti alternativi, che consentano alla classe di produrre narrazioni/rappresentazioni non stereotipate ed efficaci in rapporto a forme mediali diverse.
Ciascuna delle quattro lezioni prende in esame un comparto mediale diverso e può essere fruita singolarmente ma anche come snodo di un percorso che evidenzia retoriche ed estetiche trasversali e comuni a generi mediali apparentemente molto distanti.
È possibile seguire le lezioni anche effettuando l’iscrizione al singolo modulo o iscrivendosi come uditrice.
Mappa didattica – i temi in discussione e le docenti invitate (in aggiornamento). Per un’idea dei contenuti vedi anche le edizioni precedenti all’interno della sezione Archivi
2 settembre
GIORNALISMO – con Barbara Bonomi Romagnoli: La violenza di genere: le parole dei/nei media
Parlare di eguaglianza fra differenze di genere significa cominciare dal linguaggio che usiamo, è necessario usare un lessico sessuato e non sessista che rispetta e rispecchia la molteplicità di corpi, identità, generi che esistono e che hanno diritto di cittadinanza. È particolarmente importante farlo nel linguaggio pubblico mediatico che contribuisce a costruire la cultura di riferimento. La lezione analizza esempi significativi della rappresentazione mediatica della violenza di genere, gli strumenti che possono essere utilizzati per contrastare le narrazioni errate e i modelli da prendere come riferimento per trasformare il lessico e i contenuti veicolati dai media.
9 settembre
MODA – con Roberto Filippello: Feminist Threads. Moda e attivismo creativo in Israele-Palestina
Negli ultimi dieci anni, in un contesto di disillusione con i quadri politici esistenti e la proliferazione di forme digitali di attivismo nella regione MENA, una generazione di giovani creatori di moda queer e femministi ha iniziato a sviluppare collaborazioni creative a sostegno della lotta palestinese. Il design di moda e i fashion media stanno infatti emergendo come piattaforme popolari per la circolazione di gesti di resistenza pacifica contro l’occupazione israeliana. Nonostante l’eccellente lavoro d’ambito antropologico sulla creatività e l’attivismo in Medio Oriente (ad esempio nel teatro, nella performance art, e nella produzione musicale), la centralità della moda nell’attivismo mediorientale, e più specificamente nell’attivismo queer, non è ancora stata considerata. La lezione affronta questa lacuna esaminando come le pratiche della moda siano diventate canali privilegiati dai giovani LGBTQ+ palestinesi per costruire un movimento decoloniale, antirazzista e femminista di liberazione. L’obiettivo di questa lezione sarà discutere il ruolo che la creatività e i media indipendenti svolgono nel contesto di conflitti geopolitici e come essi possano farsi vettori di trasformazione sociale.
16 settembre
FANTASTIC NARRATIVES
Russ Martin: Dragula, Monsters and X-Men
(lezione in inglese. Sarà resa disponibile la traduzione simultanea in italiano)
Descrizione della classe: La competizione/Reality show televisivo Dragula (Boulet Brothers, 2016-oggi) presenta una sfilata di mostri dal mondo dell’orrore. In ogni episodio, gli artisti queer drag presentano abiti basati sui canoni estetici dello spettacolo: horror, oscenità e glamour. Quasi tutti gli abiti presentati dai concorrenti dello spettacolo, soprannominati “drag monsters”, presentano alcuni elementi di mostruosità e molti rendono omaggio specifico ai mostri del cinema horror. Nell’attirare la figura del mostro nel mondo della performance di genere, Dragula mostra la vasta possibilità queer della figura del mostro. Come la stessa queerness, questi mostri drag dimostrano che la mostruosità è fluida e non deve essere associata a nessun genere specifico; la figura del mostro fornisce una tela su cui questi artisti possono muoversi tra umani e non umani e maschi e femmine.
Questa lezione inizierà con una brevissima storia e descrizione del ‘’drag’’, definita da Martin come “qualsiasi atto messo in scena di performance di genere”. Da lì, Martin discuterà del drag mainstream contemporaneo, in particolare di RuPaul Drag Race (Charles, Bailey & Barbato, 2009-oggi) e dell’espansione del 2021 del popolare franchise Drag Race Italia (Charles, Bailey & Barbato, 2021-oggi). Ciò fornirà agli studenti il contesto necessario per iniziare a comprendere il prodotto di nicchia in maniera più ampia, Dragula. La lezione ripercorrerà la linea horror dello spettacolo, in particolare il testo da cui prende il nome, Dracula di Bram Stroker (1987) e Carrie di Stephen King (1974), nonché il precedente set stabilito dalla leggenda del drag, Divine. La sua analisi dimostrerà il potere creativo di Dragula nel reimmaginare il genere oltre il binarismo uomo/donna attraverso la figura del mostro.
Francesca Lopez – X-Men, riproduzione del binarismo o possibilità altre di rappresentazione?
I mostri hanno un potenziale altissimo di rappresentazione per quanto riguarda il cambiamento di percezione delle identità. Un’analisi del franchise ci consentirà di comprendere i limiti e le possibilità di decostruire e riscrivere nuovi mondi all’interno del discorso mainstream attraverso delle lenti queer e politicamente posizionate.
23 settembre
DONNE NEL DISCORSO PUBBLICO MAINSTREAM – con Sonia Maria Melchiorre: Women gone public. Discorsi pubblici di donne di (poco) potere e di (molto) carisma a favore della dimensione femminile nella cultura contemporanea
L’argomento che Sonia Melchiorre propone in questo suo nuovo intervento riguarda una ricerca che ha condotto negli ultimi due anni, in particolare, e che si concentra su donne riconosciute come carismatiche e/o di potere nella cultura contemporanea. Nel suo contributo, fondamentalmente basato su discorsi in lingua inglese, tenterà di illustrare la rilevanza dei discorsi pubblici di donne che abitano il luogo del potere (es. Merkel, Von der Leyen, Harris), donne che contestano il potere da outsiders (Greta Thunberg e Vanessa Nakate) e donne che usano la loro immagine pubblica a sostegno delle donne tutte (discorsi di attrici quali ad es. Meril Streep, Viola Davis, Emma Stone, ecc.).
30 settembre
CRIME TV SHOWS – con Francesca Lopez: Violenza in pubblicità e in serie tv crime: analisi di violenza di genere di tipo letale e feticizzazione della morte.
All’interno della narrazione mainstream la violenza di genere è un topic molto comune. Durante questa lezione analizzeremo la presenza della violenza di genere partendo dalle pubblicità di case di moda riconosciute e arriveremo ad alcuni case studies su serie tv crime. Inoltre, affronteremo un focus sulla rappresentazione dei cadaveri femminili.
7 ottobre
SPAZIO DIGITALE – con Silvia di Cesare, Chayn: Movimenti collettivi, violenza e digitale.
Nell’era digitalizzata in cui viviamo, spesso ci ritroviamo nella contraddizione del nuovo fenomeno chiamato ‘’attivismo online’’.
Partendo da questo punto, esploreremo realtà come Chayn che fanno della loro politica uno strumento informativo ed educativo per le nuove generazioni. L’obiettivo della lezione è porsi domande sul digitale provando a tracciare le linee di continuità tra reale e virtuale cogliendo gli aspetti più rilevanti legati ai movimenti femministi e transfemministi tutti.